COMUNICATO STAMPA - UNA SCONTROSA GRAZIA
Sabato 27 aprile, alle ore 17.30, presso la libreria Ts360 di Trieste si terrà il 58esimo incontro del fortunato ciclo di incontri Una Scontrosa Grazia. Alessandro Canzian presenterà “Farràgine” di Marco Amore (Samuele Editore 2019, collana Scilla, prefazione di Giovanna Frene). Amore nasce a Benevento nel 1991, dove tutt'ora vive e lavora. Dal 2013 è attivo nel mondo dell'arte contemporanea come curatore di mostre in spazi pubblici e gallerie private, sia in Italia che all'estero. Di recente ha esposto, con il pittore Angelo Zanella, presso la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III”, sezione Americana e Venezuelana, di Palazzo Reale, Napoli, un taccuino per parole e segni sulle orme di Henry David Thoreau. Vanta pubblicazioni di vario genere su testate online e riviste cartacee. Nel 2015 si classifica primo° (sezione poesia under 30) alla IV edizione del premio Michele Sovente. Dal 2017 conduce la rubrica “Prosit! L’arte come indicatore sociale” per Il Foglio letterario. Nel 2019 pubblica la raccolta poetica "Farràgine" con la Samuele Editore.
“Farràgine”, o arcaicamente “farràggine”, è un termine che designa un ammasso di erbe diverse, comunemente dato al bestiame, ma designa anche più comunemente il farro. Ci troviamo di fronte, letteralmente, a un ‘libromassa’, è bene dirlo subito, e credo che non ci siano facili apparentamenti
con altri autori coetanei di Marco Amore in quanto a struttura della materia trattata, in quanto a stile, in quanto a luoghi in cui il lettore viene trascinato da una corrente immaginativa sincopata e inarrestabile (dalla prefazione di Giovanna Frene).
A seguire le tradizionali traduzioni di un testo tratto dal libro in inglese (a cura di Sandro Pecchiari), bulgaro (a cura di lili Radoeva Destradi) e dialetto triestino (a cura di Fulvio Segato).
“Farràgine”, o arcaicamente “farràggine”, è un termine che designa un ammasso di erbe diverse, comunemente dato al bestiame, ma designa anche più comunemente il farro. Ci troviamo di fronte, letteralmente, a un ‘libromassa’, è bene dirlo subito, e credo che non ci siano facili apparentamenti
con altri autori coetanei di Marco Amore in quanto a struttura della materia trattata, in quanto a stile, in quanto a luoghi in cui il lettore viene trascinato da una corrente immaginativa sincopata e inarrestabile (dalla prefazione di Giovanna Frene).
A seguire le tradizionali traduzioni di un testo tratto dal libro in inglese (a cura di Sandro Pecchiari), bulgaro (a cura di lili Radoeva Destradi) e dialetto triestino (a cura di Fulvio Segato).